lunedì 23 settembre 2019

Cose che Capitano Quando Si Legge l'Ulisse

di Domenico D'Amico


Foto di Marissa Gawel

Ho sognato mio padre, morto tanto tempo fa.
Eravamo in qualche residence per turisti, e io entro dentro la sua stanza. Lui indossa canottiera e calzoncini, come faceva a casa d'estate.
La stanza è ricolma di cianfrusaglie variopinte (siamo in Florida?), e lui sta armeggiando con un lavoro a maglia, un pastrocchio nero che tracima sul pavimento, tanto che quasi ci inciampo.
Sulla sinistra, un enorme letto di raso madreperlaceo, e sul letto una baldraccona coi boccoli finti, che fa gesti da maliarda all'indirizzo di mio padre e poi si rivolge a me offrendomi un cioccolatino. Guardo alla mia destra, ce n'è uno scatolone pieno vicino alla porta. Io, imbarazzato dalla scena, faccio marcia indietro per uscire, ma cedo alla tentazione e mi impossesso di uno dei cioccolatini. Fuori dalla stanza della deboscia, lo mangio. Sulla stagnola c'è scritto “baci”, ma non assomigliano per niente a quelli Perugina. Sono più schiacciati. Però non sono cattivi. Un po' granulosi.
Poi mi sveglio, vedo un ragno sul pavimento e lo uccido.

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