MANTO
Padre,
cos'è? Le interiora non tremano come sempre, mosse da lieve
sussulto; mi scuotono le mani, invece, e nuovo sangue sgorga dalle
vene. Il cuore è tutto marcio, e nascosto giù in fondo... Le vene
sono livide... Manca gran parte delle viscere... Putrefatto di nero
fiele, il fegato trasuda di schiuma, e... Ah, questo presagio è
sempre funesto al potere sovrano!... Ci sono due teste di pari
volume... Ma entrambe sono recise e una sottile membrana le nasconde.
Ma ecco che, a strappare ogni velo al mistero, il lato degli auspici
avversi si alza con forza e protende sette vene. Ma tutte sono
attraversate da una linea obliqua, che impedisce loro di rifluire.
L'ordine è sconvolto, nessuna cosa è al suo posto, anzi tutto è
invertito. Il capace polmone, pieno di sangue, non si trova a destra;
a sinistra non c'è la regione del cuore; le membrane delle viscere
non distendono le grasse pieghe del molle involucro. La natura è
sovvertita, non c'è regola nel ventre. Perché sono così rigide, le
viscere? Vediamo. Che cosa mostruosa! ... Un feto gonfia la madre, ma
la giovenca è vergine... È fuori della sede naturale, il feto.
Gemendo muove le membra, i suol deboli arti tremano di freddo... Un
sangue livido gli fa nere le fibre, le zampe malformate vorrebbero
muovere passi, il corpo esausto si leva come per colpire con le corna
i sacerdoti... Le viscere ci sfuggono di mano... E questo che ti
colpisce non è voce di armenti o di greggi atterriti, è il muggito
del fuoco sull'altare, mentre le fiamme si scompigliano.
(Seneca,
Edipo, Atto IV)
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