domenica 8 maggio 2022

Una sfida tra amici

 



Al di sotto della vetrata della trattoria Europa, il terreno declinava dolcemente, disseminato dalle postazioni approntate per le grigliate dei villeggianti, fino all'indaco profondo del lago.

Essendo la bella stagione prossima alla fine, solo due tavoli erano occupati. Uno ospitava una famiglia caratterizzata da un paio di marmocchi rumorosi. All'altro erano seduti il Padreterno, Gesù e Simone (detto Pietro), in forma di dignitosi gentiluomini, che per parte loro conversavano in tono quieto e rilassato.

Da un angolo li osservava Cianfa, una ragazza cicciottella, dai capelli corti e ricci e dagli occhi neri e grandi: data la sua abitudine di arricchire il discorso con un diluvio di moccoli, insulti e bestemmie (cosa poco consona al servizio in sala), l'avevano relegata nel retrocucina.

Ma quel pomeriggio Cianfa era evasa dal suo esilio, e stava miracolosamente zitta gettando su quei tre avventori uno sguardo obliquo, come se si aspettasse di essere chiamata da un momento all'altro.

I bambini del primo tavolo emisero una serie di rutti, ridacchiando, e i tre gentiluomini risero a loro volta, accennando scherzosamente a una sorta di sfida, o scommessa.

Pietro non fece in tempo ad alzare una mano che già Cianfa gli stava davanti. Eseguendo con solerzia l'ordinazione, in pochi secondi si ripresentò con un carrello carico di un fusto di birra da venticinque litri. Pietro si mise in piedi, sollevò con una mano il contenitore d'acciaio, e con l'altra divelse l'attacco filettato. Con un risucchiante rumore di mareggiata la birra si proiettò nella larga bocca, e il fusto si svuotò in tre secondi (o anche meno). Seguì un silenzio totale, interrotto dal tintinnio del fusto, che Pietro aveva appoggiato con delicatezza sul tavolo.

Il rutto che emise fece vibrare l'aria, i vetri e i muri, si udirono pentole sferragliare e piatti andare in pezzi. Un poster incorniciato rappresentante un paesaggio con pecore cadde in terra, seminando vetro affilato.

Uno dei bambini doveva aver detto qualcosa, ma Cianfa non lo capì, perché le fischiavano le orecchie.

Il Padreterno e Gesù sorrisero a Pietro, annuendo. Poi fu Gesù ad alzarsi in piedi. Si rivolse verso la vetrata, verso il lago, e aprì leggermente la bocca, dicendo qualcosa.

Nemmeno quelle parole riuscì a comprendere Cianfa.

Il cielo si fece purpureo, e le acque del lago esplosero in getti paglierini. Un banco di schiuma color crema si sollevò dalla superficie delle acque, come schiuma in un boccale. Dalla tempesta emersero correndo alcune ragazze che avevano violato l'editto di non balneazione, gli occhi rossi, completamente ubriache.

163 milioni di metri cubi di Passerina frizzante formarono un vortice conico oscillante, un turbine capovolto il cui apice si diresse verso la trattoria. Il pinnacolo schiumante attraversò la vetrata del locale, che piombò giù in polvere, e si avventò verso Gesù, penetrando tra le labbra socchiuse.

Anche questa sorsata durò poco più di tre secondi.

Cianfa, più che vedere o udire, intuì le colline che si sgretolavano, gli schianti degli alberi frantumati, l'intero edificio ridursi in briciole, percepì le ossa che le si disgregavano dentro.

Di nuovo ci fu una pausa priva di estensione, e Gesù emise un rombo, un fracasso d'un tuono che capovolse e annientò l'alveo svuotato del lago.

Fulmini bluastri accecarono Cianfa. Pensò di essere morta, ma allo stesso tempo le sembrò di essere sospesa, ancora in vita, su un cielo stellato, immenso, non sopra ma sotto di lei.

Era il Padreterno che con un cenno richiamava l'attenzione dei compagni.

Il mare dell'essere si spalancò, e la bocca di Dio si protese per venti miliardi di chilometri, inalando idrogeno e materia oscura, polvere e roccia, in una ribollente caduta che disfece i giganti gassosi (Giove e Saturno), generando una detonazione che strappò la cosa estesa, azzerando localmente il divenire, che nel suo medesimo zero irraggiò mondi-bolla infiniti e limitati a un tempo.

Cianfa pensò che l'universo stesse digrignando i denti.

In un poi che era insieme un prima, tutto, a un gesto del Padreterno, tornò di butto alla sua condizione iniziale.

Le colline, il lago, le ossa di Cianfa, tutto si ricompose.

Anche il poster con le pecore.

Così si concluse la gara di rutti tra il Padreterno, Gesù e Simone (detto Pietro). Ma non fu dichiarato un vincitore, dato che si erano dimenticati di stabilire i parametri della competizione.


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