sabato 25 agosto 2018

Fotografia – Tre Maghe dalla Russia

Guardando le foto di queste tre artiste russe, mi è venuto da pensare: “Cose del genere sarebbero impossibili in Occidente...”
Davvero? E perché mai? Come se una janqui non potesse dare vita ai sogni!
Il punto, io credo, è l'immaginario cui attingono queste artiste. Nel caso delle russe è un sostrato fiabesco (ricordate Bilibin?) che ancora oggi sonnecchia nell'anima russa, mentre l'Occidente ha da tempo dimenticato dèi e chimere, ninfe e lupi primordiali, o li ha omologati a una narrazione sterilizzata (vedi Clash of the Titans) che evita accuratamente qualsiasi perturbante. Lo spirito fiabesco è sopravvissuto nel genere horror, ma anche qui lo sfruttamento delle risorse ha portato al quasi esaurimento dei giacimenti immaginari (sono eccezioni opere notevoli come A Quiet Place). Ma il vero problema non è quello di una creatività inaridita dall'industria, ma uno radicale, epocale. Anche ai tempi del Surrealismo, l'arte occidentale era già da tempo diventata una meta-arte, una narrazione in cui l'individuo (e non la collettività) si guarda allo specchio. E il processo è irreversibile: le metafore di Calvino, per quanto geniali, non sono discendenti di quelle di Ariosto, ma una loro (nobile) imitazione. Insomma, ci siamo capiti, il postmoderno!
Lungi da noi, tuttavia, cadere nei deliri slavisti sulla Terza Roma che ha il destino di salvare l'Occidente dalla sua nichilistica mancanza di valori eccetera eccetera (del resto, anche un russo può essere surrealista, siamo seri). Epperò, non possiamo non guardare con malinconia (tanto per fare un esempio) all'inevitabile oblio che avvolge un Giambattista Basile, confermato dal fallimento di iniziative come quelle di Matteo Garrone...

E poi, chi può resistere al fascino inquietante delle rosse?

Alexandra Bochkareva:






Katerina Plotnikova:






Alexandra Bochkareva:






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