mercoledì 2 maggio 2018

Asael, Azazel, Azazelo, Azazello

di Domenico D'Amico


Prima di trattare, come accennato nel video, del personaggio, o meglio del nome Azazello, devo purtroppo annunciare che la continuazione dei nostri volatili discorsi a tema letterario conosceranno una discontinuità che, per il momento, è difficile delineare. In breve, chissà quando ci sarà la seconda parte di questo video...

Ma veniamo a noi e bando alla ciclotimia!
Parlando di Azazel(lo), bisogna fare una microscopica premessa. Tutti quanti (è ovvio!) conoscono il seguente passo del Genesi (tutto questo avviene dopo la cacciata degli umani dall'Eden e prima del diluvio):
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni».In quel tempo c'erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. (Genesi 6:1-4)
Per pigrizia, mi autocito:
...questo racconto era diffusissimo tra gli ebrei, anche al tempo di Gesù...Il canone ne ha conservato una labile traccia (Genesi 6), ma ci sono testi (apocrifi) che invece ne parlano diffusamente. Uno di essi è il Libro di Enoc (o Enoc etiopico), che gli stessi cristiani hanno considerato ispirato fino circa al terzo secolo della nostra era. Ora solo i cristiani copti (Etiopia, Egitto) l'hanno nella loro Bibbia. Come dice Enoc (6:1-2):Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, che ad essi nacquero fanciulle di bell'aspetto. E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono e dissero fra loro: «Venite, scegliamoci delle compagne fra i figli degli uomini e generiamoci dei figli».I Vigilanti sono appunto questi angeli:Ti benedicono quelli che non dormono e stanno invece in piedi innanzi alla Tua gloria e Ti benedicono, Ti lodano e Ti esaltano dicendo: «Santo, Santo, Santo, il Signore degli spiriti riempie la terra degli spiriti». (Enoc 39:12) La parte del Libro di Enoc che narra queste cose è chiamata proprio Libro dei Vigilanti. Appaiono anche nel canone (come angeli buoni) in Daniele 4.(...) Vigilanti: ge'ez teguhan, aramaico 'ir, greco egregoroi. Gli angeli, irrompendo nel mondo degli umani, portano anche le arti (scrittura, astronomia, metallurgia, oreficeria, cosmetica). Qui, come nel Genesi, si fa scaturire la “civiltà” da un connubio proibito, e dato che tra i doni dei Vigilanti c'è anche l'arte di fabbricare armi e metodi per abortire, si fa coincidere la cultura con un male morale che mina alle basi l'esistenza umana. Ma occorre sottolineare che l'elemento portante della conoscenza ricevuta dalle figlie degli uomini è la magia: il corso degli astri, pozioni e incantesimi, la stessa scrittura come arte teurgica (tradizioni successive trovano qui l'origine delle dottrine cabalistiche)... Le tecniche, quindi, non sono semplici saperi materiali, sono segreti che consentono agli uomini di scrutare l'ordine cosmico, di entrare nella mente di Dio. È una suprema forma di hybris. La donna, con la sua sessualità, è la porta di accesso a queste conoscenze, ed è anche la fonte del male, dato che questi segreti rendono l'uomo cosciente della sua posizione nel cosmo, sono causa e argomento della sua perversità, e, specularmente, sono l'occhio di Dio che “scopre” questa perversità. La conoscenza, proprio perché serve a superare la limitatezza degli uomini, in realtà la porta in superficie, addirittura la determina. E il conoscere la propria miseria rende gli uomini degni di distruzione. Perciò le donne unitesi coi Vigilanti partoriscono esseri spropositati e voracissimi (i nephilim) che ingoiano tutti i frutti del lavoro umano, per poi cominciare a divorare gli uomini stessi... La terra, i morti, gridano verso il cielo, e Dio punisce. I nephilim vengono uccisi sotto gli occhi dei loro padri, e l'umanità viene spazzata via dal diluvio...(Il Dio Nascosto, 1994)
Fine autocitazione. [Nota: il ge'ez è l'antenato del moderno amarico, lingua ufficiale etiopica]

Santa pazienza, e Azazel quand'è che entra in scena?
C'è già, c'è già, perché questi Vigilanti casanova sembrano essere formati da due clan (o plotoni, o ordini), l'uno guidato da Semeyaza, l'altro (la cosa è implicita) da Azazel.

Altra autocitazione (c.s.):
Qualcuno che si chiama Asael Figura preminente nella narrazione che Enoc fa del peccato dei Vigilanti. Non sempre appare come il loro capo, ma viene comunque visto come il maggior responsabile della trasmissione di saperi e tecniche malvagie alle donne, e quindi all'umanità: Vedi, allora, quel che ha fatto Asael, come egli ha insegnato tutte le pravità sulla terra ed ha reso manifesti i segreti del mondo che si compiono nei cieli. (Enoc 9:6) Il tema prometeico è evidente (...). Nelle versioni più tarde, il nome è riportato nella variante Azazel. Questa però non l'ho utilizzata perché è legata a una tradizione completamente cristiana di diavoli e diavoletti, nata forse dal Levitico 16, dove si dice che il capro espiatorio viene offerto, o dedicato, ad Azazel, verosimilmente uno spirito del deserto (...). Bulgakov (Il Maestro e Margherita) ha forse preso il suo Azazelo da Milton. L'Azazelo russo compare perfino in un numero di Dylan Dog!

Fine autocitazione.

In effetti Enoc parla di Azazel e di Asael come di due esseri distinti, ma, insomma, la licenza poetica dove la mettiamo? Su Milton torneremo alla fine, e sa Dio perché scrivo Azazelo, come nella versione del romanzo di Bulgakov in castigliano!
Tutto questo ci riconduce a un altra figura di divinità (o simili) civilizzatrice, di cui abbiamogià parlato: Prometeo. Ed è interessante notare che il versante trickster di Prometeo, che nell'Azazel di Enoc è assente, è invece preminente nell'Azazello di Bulgakov, che è membro di un vero e proprio commando (al seguito di Satana) deciso a diffondere il caos nella città di Mosca (a fin di bene, s'intende).
Personalmente ho trovato sempre triste il modo in cui l'immaginario occidentale ha trasformato figure solenni e terribili (angeli e angeli caduti), qualcosa del genere:



in figure grottesche, quasi parodistiche:

L'Azazel di Collin de Plancy (dal Dictionnaire Infernal del 1818)

Meno male che ogni tanto c'è qualcuno che ragiona...


da L'Ultima Profezia (The Prophecy, Gregory Widen 1995)


La Faccia di Azazello
A prima vista, sembrerebbe che Bulgakov si faccia complice (o erede) di questa tendenziosa deformazione:

(…) un tale, piccolo, ma straordinariamente largo di spalle, con un tubino in testa, e una zanna che spuntava dalla bocca, rendendo ancora più orrendo un ceffo che era già oltremodo repellente. Come se non bastasse, aveva i capelli di un rosso acceso.
(…) un piccoletto, zoppo, con una calzamaglia nera e un coltello infilato alla cintura di cuoio, rosso di capelli, con una zanna gialla, e l'occhio sinistro coperto da un leucoma.

Quella zanna mi ha fatto subito pensare a un diavolo dantesco, Ciriatto:
E Cirïatto, a cui di bocca uscia
d'ogne parte una sanna come a porco,
li fé sentir come l'una sdruscia.


(Inferno XXII, 55-57)
Da notare che Azazello possiede solo una zanna, mentre Ciriatto è cinghialescamente completo, il che indica come quella singola appendice non sia sostanziale, ma segnaletica: insieme agli altri dettagli è come se dicesse “ecco, questo è un diavolo, badate” (del resto, anche a Ciriatto, per qualificarsi, una zanna sola basta e avanza).
Il suo ruolo, come scagnozzo di Satana, ha sia del picchiatore sia del sicario (il romanzo mostra almeno un omicidio, quello dell'ex Barone Meigel), lo dice lui stesso, quando si lamenta di non essere adatto per dialogare con Margherita Nikolaevna:

(…) lei deve anche mettersi nei miei panni. Prendere a ceffoni un amministratore o sbatter fuori lo zio, o sparare a qualcuno o qualche altra bazzecola dello stesso genere rientra nella mia vera specialità. Ma discorrere con donne innamorate, questo poi no!...

E addirittura arriva a elogiare uno dei suoi compari:

Perché, ad esempio, hanno mandato me per questa faccenda? Fosse venuto Behemoth, lui ha tanto fascino...

E dire che Behemoth (la figura più famosa del libro, anche lui abile con la pistola, una Browning) non si direbbe proprio un ganimede:

Il terzo di quella compagnia era un gatto sbucato da chi sa dove, grosso come un maiale, nero come il carbone o come un corvo, con tremendi baffi da cavalleggero. Il terzetto avanzava verso il Patriaršij, e il gatto camminava sulle zampe posteriori.


Ma torniamo ad Azazello. Alla fine del romanzo i componenti della squadra di Woland riassumono il loro “vero” aspetto:

All'estremo lato volava Azazello, facendo rilucere l'acciaio dell'armatura. La luna aveva mutato anche il suo volto. Era scomparsa senza lasciar traccia la zanna assurda e orribile, e il leucoma si era rivelato falso. Entrambi gli occhi di Azazello erano uguali, vuoti e neri, e il viso era bianco e freddo. Adesso Azazello volava col suo sembiante reale, come un demone dell'arido deserto, come un demone assassino.

da L'Ultima Profezia (The Prophecy, Gregory Widen 1995)


Ecco quindi la natura del diavolo in questione: è l'Azazel della Bibbia riconfigurato dalle ombre romantiche di Milton.
In questo, come qualcuno ha osservato, c'è qualcosa di eretico.
Il Satana di Bulgakov, anche se cita Goethe, ha un'autonomia di giudizio e comportamento che puntano a una concezione gnostica, se non manichea.

Quanto alla desinenza “italiana” del nome, in una precedente versione del romanzo viene attribuito a Satana (Azazello Woland), per poi mutare in Fiello, e infine essere riassegnato a un altro personaggio, l'Azazello definitivo.

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