(traduzione di Domenico D'Amico)
Se l'è divorate una macchina ingorda che ne ha bisogno come combustibile per il suo motore.
La macchina ha bisogno delle tue gambe per continuare a spargere bombe dal cielo,
per mantenere in volo i suoi automi di morte.
Le tue gambe alimentano i bulldozer che scavano le fosse comuni e i carri che sventrano gli ospedali.
Un regno glorioso si sostiene sugli arti amputati dei bambini.
E sugli arti amputati dei bambini si costruisce un castello pentagonale.
Sugli arti amputati dei bambini banchettano i licantropi di Wall Street e i gli scagnozzi di banca.
Cogli arti amputati dei bambini si addensano le creme che spianano le rughe dei divi di Hollywood.
Sono gli arti amputati dei bambini a tener su il ghigno delle famiglie suburbane.
Ed è negli occhi del mezzobusto mentitore che si puoi scorgere gli arti amputati dei bambini.
e il giornalista fa lo gnorri,
e l'uomo sul podio elettorale le sogghigna sprezzante,
e lo scagnozzo bancario la addenta,
e così procede la macchina,
e i forconi nutrono la sua fornace cogli arti mozzati,
e sfarinano case e oscurano il cielo,
avvelenando gli oceani e insanguinando le terra,
mentre l'aria risuona delle urla dei piccoli,
che invocano membra perdute per sempre,
e case perdute per sempre,
e madri perdute per sempre,
per un'infanzia perduta per sempre,
per uno splendore perduto per sempre,
per un'innocenza perduta per sempre,
per sogni perduti per sempre,
e una gioia per sempre perduta.
e a visionare buffi cachinni,
tra ciarle e pettegolezzi,
cercando di far bella figura,
sforzandoci di non pensare
a quelle piccole braccia,
a quelle piccole gambe
sparse sulla terra,
ogni volta che facciamo un passo
là fuori.