lunedì 26 febbraio 2018

Spinoza Rosso Sangue – Cosa c'è in una Copertina?

In attesa che il nostro romanzo sia disponibile sul sito di Delos Digital, vorrei raccontarvi la storia, be', la storiella della sua copertina.
Da dove cominciare? Abbiamo un intreccio con cospirazioni plurisecolari, creature (femminili) praticamente immortali che fanno anche il cardinale, vampiri (del tipo biologico), demoni, e anche un sottofondo alchemico...
Il primo abbozzo fu questo (noterete che, va a capire poi perché, volevamo usare un nom de plume):


Decisamente fiacco. Per cui, forse, era meglio puntare su una grafica “sovietica” che già avevo adottato per il nostro primo romanzo (Razza Impura, Smasher Edizioni). Ne feci più di una versione.



Non male, in particolare quella con l'embrione di pipistrello. Forse però poco comunicativa: ragazzi, lo volete il mercato di massa o no?
Avete le ammaliatrici, usatele!
Già, si fa presto a dire, ma come ce le immaginiamo?
Come se le figura il dottor Cilli?


O io, quando mi sono fatto un cicchetto di troppo?


Le immagini, mitologiche o meno, sono troppe!
Calma, calma, sono perfettamente in grado di fare qualcosa di più “popolare”, qualsiasi cosa significhi.
Che ci vuole?
Prendo un bel cardinale,


Raffaello – Ritratto del Cardinal Bibbiena (ca. 1516) – Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze


una bella ragazza (cubana, ma sì, abbondiamo!),

(Ho smarrito la fonte)

ed ecco una potenziale papessa!



Mettici un filtro e un testo ammiccante ed è fatta.


Ma è stato più forte di me: chi se ne frega del popolo, a parte i populisti, anzi, nemmeno loro?
Te lo dico io, qui ci vuole qualcosa di evocativo, qualcosa che faccia pensare a queste donne, ninfe, streghe, succube o quel che sono (delle dèe, dico io), personaggi centrali nel romanzo. Quello che mi viene in mente è quasi scontato.


Petrus Christus – Ritratto di Fanciulla – Gemäldegalerie, Berlino

Fallito il tentativo (a ripensarci, assurdo) di recuperare lo stile “sovietico”,


Arrivo a un primo risultato, mirante a sottolineare l'alienità della figura: evidenzio la craquelure, ci metto un pallore oltremondano, occhi di fiamma, insomma evoco qualcosa di antico e inquietante, cosa vuoi di più?


Non mi accorgo, però, di un grossolano errore.
Includendo nel riquadro l'intera testa del soggetto, si crea un fastidioso effetto “finestrella”, un senso di angusto. Può sembrare strano, ma se invece si stringe l'inquadratura, tagliando una parte del volto, si ottiene l'effetto inverso. Questo perché l'osservatore (in questo caso) percepisce virtualmente ciò che è fuori dai margini dell'immagine, il che ridà respiro al tutto. Lo si capisce bene se si ha davanti un campione tangibile.
E così arriviamo alla versione definitiva.


Ovviamente l'editore doveva uniformare il libro allo stile della collana, per cui:


Tutto sommato, il risultato è buono.
Senza falsa modestia, anche il romanzo lo è, ma, come si dice, rosso sangue di sera, l'acquirente si svena.

No, aspetta...

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