martedì 6 marzo 2018

Spinoza Rosso Sangue È Fuori!

di Domenico D'Amico

Fracasso di tamburo militare con riverbero (effetto capannone industriale dismesso), fanfara di ottoni malassortiti dissonanti q. b.


Finalmente il nostro romanzo (occorre ribadirlo?, mio e del Dottore) è disponibile. E che prezzi!

Lo devo confessare, nonostante abbiamo avuto la fortuna sfacciata (che altro?) di pubblicare con un vero editore, tuttavia non posso fare a meno di provare una punta di malinconia. Il libro elettronico è una gran cosa, e io sono il primo ad approfittare della sua versatilità e utilità. Ma il libro cartaceo, il libro oggetto, il libro palpabile continua a essere, nella mia mente, il “vero” libro.

Ma sono fisime, perché, diciamocela tutta, chi ci avrebbe pubblicato dovendo affrontare (col cartaceo) una spesa anticipata? Si badi bene, la mia non è affatto falsa modestia, ma una constatazione. I grandi editori non leggono inediti ormai da decenni, peggio, non hanno più qualcuno che si prenda la briga di leggerli. L'aneddoto del lettore incaricato che, esausto dopo la disanima di una vagonata di brogliacci illeggibili, si imbatte in una perla rara e la raccomanda caldamente all'editore, facendo così la fortuna letteraria di un autore sconosciuto, quell'aneddoto ormai appartiene al genere fiaba. I piccoli editori, encomiabilmente, fanno del loro meglio, ma anch'essi sono letteralmente travolti da una marea di inediti difficilmente gestibile.

La nostra esperienza (soprattutto del Dottore, lo ammetto) nell'universo degli aspiranti “editi” è stata interessante, oserei dire formativa, e tuttavia deprimente. Non è gradevole vedere schiere (qualcuno direbbe orde) di aspiranti romanzieri cadere preda di editori (solo di nome) che in cambio di un piccolo “contributo” (certe volte tutt'altro che leggero) garantiscono editing, stampa, promozione, tric-trac e bombe a mano! Lo so, non è una tragedia umanitaria, alla fin fine l'aspirante scrittore si ritrova col libro da distribuire agli amici, e non è andato in bancarotta come succede a qualche cliente di fattucchiera. Però un po' triste lo è.
Ma parliamo una buona volta di Spinoza Rosso Sangue! Cosa c'è dentro?
Per cominciare, citiamo la scheda che si legge sul sito di Delos:

In un futuro imprecisato, tra depressione globale e cieli invasi da una polvere rossa come sangue rappreso, Angel Tzara, primo presidente del consiglio di origine straniera in Italia, scopre che la realtà che lo circonda nasconde una sottostruttura misteriosa ed enigmatica. Streghe e vampiri? Esistono, ma non sono come il folklore e i film horror li hanno raccontati. Chiamate di volta in volta dèe, ninfe, maghe o parche, le figlie di Aradia operano da millenni per controllare il destino della razza umana e collaborano con i theda, ovvero i vampiri, fornendo loro un surrogato del sangue detto rubrum liquor. Angel Tzara, arrivato quasi per caso ai vertici della politica, scopre di avere un ruolo centrale in questa vastissima cospirazione che lo vedrà coinvolto in un intreccio di ambigue alleanze e sanguinarie opposizioni tra streghe, gerarchie ecclesiastiche, aristocrazia vampirica… e l'antico demone che un tempo ha portato il nome di Baruch Spinoza.
La sinossi, per quanto possibile, è piuttosto accurata, e quindi, più che trattare ancora dell'intreccio del romanzo, vorrei richiamare la vostra attenzione su qualche dettaglio.
Ad esempio, la figura dell'homunculus.
O, nel nostro caso, della muliercula,


Spinoza Rosso Sangue, Drawing, Disegno, Steyr 40, Girl with Gun
di cui parleremo in un prossimo post.

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