martedì 13 marzo 2018

Quel Picaro di Holden Caulfield

di Domenico D'Amico

In attesa di altro materiale riguardante Spinoza Rosso Sangue (qualche traduzione, qualche ricerca, qualche disegno), ecco un altro esempio delle nostre disimpegnate (ma non troppo) analisi-discussioni letterarie tratte dal canale YouTube dell'esimio dottor Franco Cilli.
Anche in questo caso, come con Siddhartha, si tratta di un romanzo-feticcio di intere generazioni di intellettuali e non, Il Giovane Holden di J. D. Salinger. Occorre sottolineare che da parte nostra non c'è partito preso, non ci piace la demitizzazione a priori, è solo inevitabile che di fronte a sbrodolamenti critici che a volte scadono nel grottesco (e ne avremo da dire, quando tratteremo di Kerouac!) le nostre osservazioni possano trasformarsi in frecciate, se non addirittura in stroncature (ho già detto che più in là parleremo di Kerouac?).
Il caso del Giovane Holden è particolarmente interessante perché sia io sia il Dottore abbiamo letto questo romanzo relativamente di recente. Ci aveva bloccato, nei precedenti tentativi, la pur meritoria traduzione di Adriana Motti del 1961, che (per colpa nostra, è ovvio) aveva suscitato in noi una sensazione sgradevole. Sottoscriviamo le parole di Matteo Colombo, autore della nuova traduzione del 2014:
Come quasi tutti, anch’io lessi il libro in quella che viene generalmente considerata l’età naturale per farlo, intorno ai quattordici, quindici anni. Non mi piacque. Faticai. L’inizio dei miei studi di traduzione era ancora di là da venire, eppure, ripensandoci oggi, mi arenai su difficoltà legate proprio alla percezione linguistica. Mi avevano detto che era un libro destinato a cambiarmi la vita, e arrancai fra le sue pagine con la sensazione che sì, lì sotto, da qualche parte, ci fosse qualcosa di interessante e a suo modo potente, ma avvolto in una crosta di parole che per qualche ragione mi impediva di entrare.
Matteo Colombo ci ha permesso di leggere il romanzo di Salinger senza pregiudizi culturali. Lascio la parola ai video, ma con un'ultima osservazione. Pur non essendo un capolavoro immortale, The Catcher in the Rye è un bell'esempio di incrocio tra racconto picaresco, apologo iniziatico e parabola moraleggiante, cosa che non ha quasi nulla a che fare con le fole politico-sociologico-psicologiche che lo hanno incrostato nel corso del tempo.

J. D. Salinger - Il Giovane Holden - Analisi e Commento - Parte I


J. D. Salinger - Il Giovane Holden - Analisi e Commento - Parte II


J. D. Salinger - Il Giovane Holden - Analisi e Commento - Parte III

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